Di un piccolissimo desiderio.
Vivendo invento mondi
tra ponti, sguardi, muri,
tra cuori vagabondi,
tra stelle e cieli scuri.
Ritraggo la paura
nascosta dai sorrisi
di lacrime scultura.
Risorgo sogni uccisi.
Non cerco vana gloria
né plausi lusinghieri.
Il senso della storia
è l'oggi sullo ieri.
La vena di tristezza
che in rima poi germoglia
mi rende con fierezza
un fiume che gorgoglia;
e l'acqua, ben si sa:
è simbolo di vita,
è specchio di realtà,
discesa e risalita.
Chi in me ci si rispecchia
chi legge e poi si perde.
Chi crede che sia vecchia
chi invece troppo verde.
Udita, mostro al cieco
il mondo dei colori.
Nell'anima fan eco
dolori e grandi amori.
Di me puoi fare a meno,
son cibo delle stelle.
Son nuda e senza freno
ho il vento sulla pelle.
Passione è il mio cognome
intensa più del sole,
non v'è alcun "se" o "come",
riscaldo chi mi vuole.
La mano di scrittore
è mossa da magia,
ma è il cuore del lettore
a far di me poesia.
C'è un tutto, vuoto e muto,
che lentamente muore
su navi naufragate.
Su tacchi da sfilate,
c'è il niente, senza cuore,
vestito di velluto.
Se gli occhi fissi e grigi
son specchi riflettenti,
il fuori resta fuori
ma, dentro, spenti fori:
ricordi dirompenti
implodon neri e ligi.
Si crede nella luce
nel fuoco che ci guida
nel vento dell'attesa,
ma, a volte, la sorpresa
sta persa in una sfida
ignota a chi conduce.
Ed io rimango lì
nascosta sottopelle,
son goccia di rugiada,
guerriera senza spada,
che arrampica tra stelle
in notte senza dì.
maturano nembi di tempesta,
e gli sguardi del sudore, delusi,
sul cuscino della notte senza nome
temono i tradimenti dei cieli
senza tetto dove quietarsi,
Grandine nel vento senza ragione,
e acque senza clemenza
piegano antiche e vinte ginocchia
sul suolo umiliato dalla fatalità.
Quante speranze si aggrovigiano
in un fiato affidato al grembo del fato
tra lacrime strappate dall'orgoglio
vestito di terra e profumo di sacrificio.
Sogna, o contadino senza riposo
i frutti della nuova stagione
tra le dita di luce della gratificazione.
Non tessere il fallimento nel cuore
ma si forza più forte di un ciclone,
nel trionfo della tua rinascita
tra i campi del tuo lavoro che appaga,
col mento acceso di dignità
che scorre impetuosa e libera,
valicando ogni ombra di insolvenza.
Gli ultimi sospiri del granello di polvere
Insonne a te m’accosto nella notte,
respiro il tuo poetico respiro
e provo a ricordar le arcane rotte
che t’han portato a me ch’or ti rimiro
rileggendo parole che mi hai scritto
di quel mosaico che ricomponevi
di quell’anima in cui a capofitto
cadevo mentre tu mi coinvolgevi.
Pur con mille sorrisi ti sfioravo
di parole stringendoti in abbraccio
ma se amor non virtual con te pensavo
temevo di sembrar triste pagliaccio.