Cadono senza rumore
sulla tavolozza delle aspirazioni
si mescolano e si fondono
in un dipinto di emozioni
che cambia e si trasforma
con ogni goccia di colore
Tracciano
i sentieri dell'arcobaleno
che si uniscono e si dividono
Su ogni ombra è luce
ogni sfumatura è un viaggio
un racconto - un mosaico
una ballata allegra
in un gorgheggio amoroso
sulla tavolozza delle aspirazioni
si mescolano e si fondono
in un dipinto di emozioni
che cambia e si trasforma
con ogni goccia di colore
Tracciano
i sentieri dell'arcobaleno
che si uniscono e si dividono
Su ogni ombra è luce
ogni sfumatura è un viaggio
un racconto - un mosaico
una ballata allegra
in un gorgheggio amoroso
1 commento
Le flebili nuvole del tramonto
Inghiottirono l'ultima porzione del giorno
In quell’istante lontano dal sole
Chiesi ai suoi occhi di tenermi stretto
La sera incombeva
Sull’estrema necessità di rivedere i colori
Di una stagione calda e passionale
Sentire ancora e ancora e ancora
La vita sospirare per un ultimo bacio
Con un dolce sorriso che non ha smarrito
L'allegria per le piccole cose
Tra le nefaste ingiurie del tempo
Anelavo a un po' di calore umano
Nient'altro che a quello
Prima di varcare la soglia della solitudine.
Rimango in silenzio
Come una piuma
Sospesa nel tempo
Osservo la bellezza
Di un dolce tramonto
La malinconia della luce
Pervade il mio cuore
Senza di lei
Non coglierei l'amore
È sempre il tempo
A scandire le emozioni
Forse è per questo che
Vorrei essere altrove
Perdermi tra le tue braccia
Udire per sempre
Lo sciabordio delle onde
Nella mia anima le carezze
Non sono mai abbastanza.
C'è una luce che attraversa il mio giorno
un filo d’oro che scivola tra le foglie
illumina il tuo sorriso prima ancora che io lo veda
è un abbaglio dolce che ferisce senza dolore
che mi fa tremare e ridere nello stesso istante
cammino tra i riflessi del sole sulle case
ogni lampo un piccolo miracolo
ogni raggio un invito a perdermi
a respirare l’aria intrisa di felicità
come se il mondo intero si piegasse al battito del cuore che ti cerca
e tu luce mia sei ovunque
tra le pieghe del vento nei petali aperti
nell’abbaglio improvviso di un cielo senza nuvole
la gioia diventa un fiume e io mi lascio trasportare
senza paura con le mani aperte a toccare l’infinito tra me e te
I momenti di felicità paion
bolle di sapone:
non hanno vita lunga e spesso
durano poco più di un respiro.
Quando si gonfiano e, baldanzose,
volano verso l'alto,
sembra che vogliano andare
chissà dove:
hanno l'ambizione del cristallo,
solo perché, sollevandosi,
mostrano riflessi in trasparenza.
Diventano più resistenti
quando, attaccandosi ad altre bolle,
creano colorate immagini
e catturano, come fotografie,
tutto ciò che le circonda:
un albero, l'azzurro del cielo,
i bianchi petali di una margherita.
Così è la vita: bella, ma fragile.
Come una bolla di sapone
può rompersi all’improvviso
e cadere rovinosamente al suolo.
e di essa non rimane altro
che una scolorita pozzetta d’acqua,
Riverberi di ultimi riflessi:
sprazzi colorati ed effimeri
di felicità.
bolle di sapone:
non hanno vita lunga e spesso
durano poco più di un respiro.
Quando si gonfiano e, baldanzose,
volano verso l'alto,
sembra che vogliano andare
chissà dove:
hanno l'ambizione del cristallo,
solo perché, sollevandosi,
mostrano riflessi in trasparenza.
Diventano più resistenti
quando, attaccandosi ad altre bolle,
creano colorate immagini
e catturano, come fotografie,
tutto ciò che le circonda:
un albero, l'azzurro del cielo,
i bianchi petali di una margherita.
Così è la vita: bella, ma fragile.
Come una bolla di sapone
può rompersi all’improvviso
e cadere rovinosamente al suolo.
e di essa non rimane altro
che una scolorita pozzetta d’acqua,
Riverberi di ultimi riflessi:
sprazzi colorati ed effimeri
di felicità.
Non è solo curiosità;
ma è voglia di conoscenza.
Devo sapere...
devo vedere...
cosa c'è dentro le cose.
Se guardo un fiore,
so che dentro
c’è un seme...
pronto a nascere.
Non mi piace spiare e origliare:
io apro le porte e ascolto.
Se della noce ne rompo il guscio,
se della frutta
ne amo la polpa
e la mangio solo dopo
averla spogliata della buccia.
Se della birra non bevo
la sola schiuma;
ma adoro giungere
fino alla fine
del bicchiere;
perché mai dovrei limitarmi
a guardare il solo
colore della pelle,
il solo colore degli occhi
o il solo colore dei capelli?
Se sotto un abito c'è un corpo...
io ci guardo dentro.
Se in una testa ci sono pensieri...
io ci guardo dentro.
Se una bocca parla,
io ascolto tutto:
anche ciò che non viene detto.
Se due occhi mi guardano,
io osservo lo sguardo.
Se guardo un fiore,
so che dentro c'è un seme.
Se guardo un bozzolo
so che dentro c'è una farfalla.
Se guardo un anziano oggi,
so che c'è stato un giovane ieri.
Non mi interessa sapere
ciò che c'è fuori:
non mi importa vedere un abito
portato per convenzione
e non giudico le persone
per ciò che indossano:
quello lo fanno già in tanti.
Non mi interessa
ciò che c'è fuori...
io guardo oltre:
trovo molto più appagante
intrufolarmi dentro.
Non mi piace guardare solo
ciò che è fuori...
io amo anche
il dentro delle cose.
ma è voglia di conoscenza.
Devo sapere...
devo vedere...
cosa c'è dentro le cose.
Se guardo un fiore,
so che dentro
c’è un seme...
pronto a nascere.
Non mi piace spiare e origliare:
io apro le porte e ascolto.
Se della noce ne rompo il guscio,
se della frutta
ne amo la polpa
e la mangio solo dopo
averla spogliata della buccia.
Se della birra non bevo
la sola schiuma;
ma adoro giungere
fino alla fine
del bicchiere;
perché mai dovrei limitarmi
a guardare il solo
colore della pelle,
il solo colore degli occhi
o il solo colore dei capelli?
Se sotto un abito c'è un corpo...
io ci guardo dentro.
Se in una testa ci sono pensieri...
io ci guardo dentro.
Se una bocca parla,
io ascolto tutto:
anche ciò che non viene detto.
Se due occhi mi guardano,
io osservo lo sguardo.
Se guardo un fiore,
so che dentro c'è un seme.
Se guardo un bozzolo
so che dentro c'è una farfalla.
Se guardo un anziano oggi,
so che c'è stato un giovane ieri.
Non mi interessa sapere
ciò che c'è fuori:
non mi importa vedere un abito
portato per convenzione
e non giudico le persone
per ciò che indossano:
quello lo fanno già in tanti.
Non mi interessa
ciò che c'è fuori...
io guardo oltre:
trovo molto più appagante
intrufolarmi dentro.
Non mi piace guardare solo
ciò che è fuori...
io amo anche
il dentro delle cose.
Il sole esulta all'orizzonte
Mentre il cuore vola
Come un aliante
Nella luce che scopre
Le tue morbide curve
Una pesca
Un gelato
La bramosia dell'anima
Nel cielo stellato
La notte è senza condanna
Sulla cima incosciente
Di un mondo incantato
È così bello vivere
L'amore sconsiderato
I ricordi si infrangono
Tra le carezze del diletto
Inebriando versi assurdi
Nei sussurri dei nostri frutti
Corro verso il culmine
Di una fine imperscrutabile
Scorre linfa
Tra le tue bellissime gambe.
Timido, il giorno sbircia sul mondo:
scaldandosi alle fioche luci
della carezzevole aurora,
si nutre di tiepidi raggi.
Vola veloce il mattino:
avido, sugge latte
dai turgidi seni del giorno.
Rinfrancato, satollo, carico di vita,
il sole si fissa alto nel cielo
a rimirare la sua creatura.
La mattina, dispensatrice di colori,
passa la sua mano su per i monti,
sulle colline, a valle...
e ovunque è un rinascere
di fiorenti e allegre risate:
note argentate
che fan vibrare i cuori.
Quando a sera si smorzano le luci,
fiaccole e candele
risaltano nell’oscurità.
La bianca luna si veste di luce,
il buio si adagia sulle ombre.
Nel silenzio della notte,
bisbigli sonnolenti avvolgono
corpi caldi e un complice buio,
fatto di abbracci e baci,
dà vita a festose
e gaie danze d’amore.
scaldandosi alle fioche luci
della carezzevole aurora,
si nutre di tiepidi raggi.
Vola veloce il mattino:
avido, sugge latte
dai turgidi seni del giorno.
Rinfrancato, satollo, carico di vita,
il sole si fissa alto nel cielo
a rimirare la sua creatura.
La mattina, dispensatrice di colori,
passa la sua mano su per i monti,
sulle colline, a valle...
e ovunque è un rinascere
di fiorenti e allegre risate:
note argentate
che fan vibrare i cuori.
Quando a sera si smorzano le luci,
fiaccole e candele
risaltano nell’oscurità.
La bianca luna si veste di luce,
il buio si adagia sulle ombre.
Nel silenzio della notte,
bisbigli sonnolenti avvolgono
corpi caldi e un complice buio,
fatto di abbracci e baci,
dà vita a festose
e gaie danze d’amore.
La mia vita è un inganno
Legato per sempre
A un semplice gioco
Ti vedo ogni giorno
Passeggiare tra gli anfratti
Dei miei pensieri
Una mano da una parte
Un piede dall'altra
Ciò che rimane
Sono solo sospiri
Senza equilibrio
Nel sogno
Di un desiderio infinito
I tuoi sguardi sono altrove
Come le ali dell'amore.
Sarà l'inizio di un'altra fine
Quando le tue gambe
Percorreranno
Le strade abbandonate
Dei miei sentimenti
La fragilità della speranza
Sarà infranta dal fragore
Dei passi disconnessi
I riflessi di un vetro rotto
Consumeranno il desiderio
Di un sogno interrotto
L'ineffabile leggerezza
Cederà la ragione
Alle emozioni delle stelle
Nei tuoi occhi color miele
Ti amo
Ti amerò per sempre
Nel cielo delle anime disperse
Mai dimenticherò
Il calore del tuo corpo
Sopra la fragilità
Delle mie pretese.
Soltanto tra le stelle
Un sogno può spogliare
Il cuore di una donna
Sfiorare i suoi capelli
Vivere la sua ombra
Ormeggiando
Sospiri e desideri
Nell'anima corrosa
Dalle parole del silenzio
Petali di spugna
Aleggiano nel cielo
Anelando
Sguardi impenetrabili
Segni indecifrabili
Svanire d'un tratto
Nel ventre di uno stagno
Stravolgendo la bellezza
Di un verbo artefatto
Mentre il tempo corre
Ignorando quella cimice
Accanto alla lanterna.
Son passato per un saluto
Il mare s’è da poco calmato
Il cuore alla vista, resta agitato
Tutto è quasi uguale
Tranne gli anni, che fan male
I luoghi, ricordano le voci
Il vento suona di stagione
Il profumo inebria la narrazione
E' stato veloce
Domani riparto
Qui ho iniziato il viaggio
Poca età, molto coraggio
Nessuna questione di colpa o ragione
E' capitato per fortuna, per chi e' passato
Ringrazio solo chi è già partito
Le braccia aperte il cuore in mano
Le onde fan da sottofondo
Il suono è lo stesso
Parte forte arriva piano
Son passato per un saluto
Al cielo
Il mio augurio
Che abbian sentito
Rielaborazione recente in endecasillabi sciolti di un testo scritto a venticinque anni, una scampagnata improvvisata con colleghi e colleghe, alla fine di un giorno di lavoro. Fascinazione e desiderio di atavici valori
La quiete che pervade questa terra
fa scenario al fluire del suo fiume
all’imbrunir del cielo nella sera
e ad essa s’abbandonan fiduciose
le acque dei canali di golena
e i filari di pioppi e le boscaglie
donde uccelli acquattati tra le foglie
frementi d’ali s’alzano fuggiaschi
all’inceder di passi e voci umane.
Scampagnata a sorpresa a fin lavoro
collega a festeggiar in riva al fiume,
brigata lieve a caso improvvisata,
pur tu presente schiva crëatura
che stasera rivedo in altra luce,
fata limpida ignara di magie
che vorrei coglier come un fior tu fossi
senza dover recidere il tuo stelo
per chiuderti appassita e scolorita
tra pagine del libro della vita.
Ed ecco repentin dall’altra sponda
a vespro uno squillare di campane
che chiamano i fedeli alle preghiere
dando pace ad aviti casolari,
a parche mense e talami consueti
ove le stanche membra ristorare.
Incantator di torbide malie,
demone esausto d’anima sgualcita
vorrei mia redenzione in questa terra,
e a te fata il mio pane consacrare,
attinger acqua pura dal tuo pozzo,
bere al tuo desco nettare divino,
con te in onesto talamo giacere.
E mentre altrove ancor sono disperso
soave amico a fianco mi rammenta
l’amaro pane a romper l’indomani
e io fingo apprensione a chi non sa
quale suono profondo m’ha cercato. (*)
(*): Parafrasi da “Vento a Tindari” (Salvatore Quasimodo)
La quiete che pervade questa terra
fa scenario al fluire del suo fiume
all’imbrunir del cielo nella sera
e ad essa s’abbandonan fiduciose
le acque dei canali di golena
e i filari di pioppi e le boscaglie
donde uccelli acquattati tra le foglie
frementi d’ali s’alzano fuggiaschi
all’inceder di passi e voci umane.
Scampagnata a sorpresa a fin lavoro
collega a festeggiar in riva al fiume,
brigata lieve a caso improvvisata,
pur tu presente schiva crëatura
che stasera rivedo in altra luce,
fata limpida ignara di magie
che vorrei coglier come un fior tu fossi
senza dover recidere il tuo stelo
per chiuderti appassita e scolorita
tra pagine del libro della vita.
Ed ecco repentin dall’altra sponda
a vespro uno squillare di campane
che chiamano i fedeli alle preghiere
dando pace ad aviti casolari,
a parche mense e talami consueti
ove le stanche membra ristorare.
Incantator di torbide malie,
demone esausto d’anima sgualcita
vorrei mia redenzione in questa terra,
e a te fata il mio pane consacrare,
attinger acqua pura dal tuo pozzo,
bere al tuo desco nettare divino,
con te in onesto talamo giacere.
E mentre altrove ancor sono disperso
soave amico a fianco mi rammenta
l’amaro pane a romper l’indomani
e io fingo apprensione a chi non sa
quale suono profondo m’ha cercato. (*)
(*): Parafrasi da “Vento a Tindari” (Salvatore Quasimodo)