O Regina del Carmine sacro giglio
Si propizia al tuo ordine, o Stella del mare
Proteggi ognora ogni tuo figlio
Dalla peste che distrugge e da ogni male.
Dacci strumenti per eleggerti nostra Signora
Così da proteggerti come figli, una cara madre
O Regina puerpera la tua lode nel cor suona:
“Viva Maria Regina Del Carmine!”, con voci leggiadre.
O puerpera virginea! O splendente di fulgore!
Ti prego che possa sempre esserti fedele
Che il mio cuore innamorato sia un fiore
Nutrito di umiltà. Esaudisci la mia prece.
Tu che d’ogni altra creatura sei la più meravigliosa
Infine rendici forti alla tentazione
Esaudiscici per tua maggior venerazione e posa
Su noi il tuo sguardo misericordioso pien d’amore.
Ascolto
La voce della coscienza
La voce di chi chiede aiuto.
l’uomo può distinguersi
dall’animale compiendo azioni
eroiche e non .
Guardarsi attorno
respirare gioire della natura intera
si può essere migliori.
Mistero della natura della vita.
Nessuno è certo di come e perché.
Piace immaginare Dio, perché
La vita non sia vana…
Ma Dio non c’è e se c’è ha altro da fare.
Ascolto la voce della natura che mi parla,
mi commuovo davanti a cotanta bellezza.
La vita è un passaggio del guado
da attraversare.
Passare da una terra nota ad una ignota.
Il fiume può essere imprevedibile e infido.
Se riesci ad attraversarlo, sarai più forte.
t'ho cercata per nominarti guida
e averti come saldo appiglio
nel mio sprofondare sempre più strenuo
ma tu, selenita indifferente
a canti che per me hai intonato
anziché incuneata nel cuore
per chieder se corretto il cammino,
stavi rintanata tra i crateri
nelle perenni dimore del senno
dove quel che è vacuo s'accumula
poi, dimenticato, freddo scompare.
Prossima alla fine provi ora
l'irato sentimento d'abbandono
che nutre il petto dei disperati;
e a riempire la stanza c'è solo
il silenzio di chi sa che il pianto
è denaro che dev'essere speso
con l'aspra parsimonia del cordoglio,
quest'oggi assente al tuo cospetto.
Aspetto lugubre e inquietante,
trasmette ansia asfissiante,
occhi di ghiaccio dominanti,
lanciano sguardi terrificanti,
nel silenzio senza parole
ti fa capire che ti vuole,
possiedi un abilità ineccepibile,
desiderarti è incomprensibile,
splendi nel vuoto del tuo oblio,
io brillo con la luce del mio Dio,
corpo statuario e affascinante postura,
ma nel tuo letto c’è fumo e paura,
eppure sei così bello cavolo!
Ma con orgoglio annuncio la sconfitta del DiavoloForse potrei affrontare tutto nella vita
Con te vicino la speranza è infinita,
ti sento dentro me mi dai protezione
amarti signore è la più bella emozione,
tu conosci la mia anima tutto di me sai
io voglio sorridere ma tu non abbandonarmi mai,
ti prego signore resta nella vita mia
ho bisogno di te non andare mai via,
il potere delle cose grandi io non lo voglio
mi basta essere amato come sono senza nessun imbroglio,
mi basta godere della meraviglia
di vedere star bene la mia famiglia,
godere dell’amicizia pulita e sincera
e incontrarmi con te in ogni preghiera,
sono pronto ad affrontare il dolore
basta che mi doni sempre il tuo amore,
per quanto la vita possa essere dura
se sei con me signore io non avrò paura .
O Signore tu sia
da seguire la mia via,
o Signore tu sia l' acqua
che mi lava via i peccati,
o Signore tu possa i miei passi illuminare
quando nel buio io cammino,
o Signore non lasciarmi mai bere
nel calice del male,
o Signore tu sia sempre mio amico
anche quando ti sono nemico,
o Signore tu mi possa sempre ascoltare
quando io mi metto a pregare,
o Signore ancor lunga vita
tu mi possa donare,
o Signore tu sia sempre il mio scudo
per proteggermi dal male.
perché lui ti senta ,
prega
in quel dubbio che ostenta ,
accarezza un cuore che non crede,
con un filo di fiato divulga la tua fede,
prega
con tutto il tuo amore,
spera anche tu in un mondo migliore ,
piangi
piangi pure,
pregando andranno via le paure,
prega
senza stancarti mai,
fallo con tutta la forza che hai,
Dio a nessuno si nega ,
lui c’è sempre ma tu…
Prega.
Quando mi sento morire e il mondo tace,
tu dammi la pace,
il cuore batte lento
aggredito da un tormento,
piangere non mi dispiace,
ma tu dammi la pace,
resta nelle mie attese,
lascia che siano doni e non pretese,
ascolta nelle preghiere le cose che vorrei,
sento il tuo abbraccio lo so che ci sei,
guardo quella lapide dove la mia paura giace,
tremo,crollo ma tu dammi la pace,
vorrei raggiungerti ma trovo chiuse le porte,
magari sbaglio a non sentirmi forte,
la sensibilità che ho proprio non mi piace,
spegni tutte le guerre dacci la pace.
Accetto tutto ciò che mi manderai
Nel giardino dei miei sbagli
Sono pronto per nuove sofferenze,
mi inginocchio davanti alla vita
promettendoti di amarla sempre,
amerò anche me stesso
specchiandomi con più orgoglio,
sopporterò il sapore del sangue
scavalcherò quel muro dei miei limiti,
perdonerò anche se avrò ragione
accetterò anche tanta finzione ,
sarò amico del dolore
cammineremo insieme,
tenderò la mia mano
a chi mi ha pugnalato alle spalle,
come tu vorrai sarò speciale
terrò nel mio cuore anche chi ha fatto male
ma ti prego mio signore tu…
non abbandonarmi mai,
il rancore sarà meno forte del mio amore,
strapperò tutte le spine dal cuore,
pregherò fino all’ultimo respiro,
non mi arrenderò mai neanche
quando la morte mi aggredisce,
aiuterò più che posso anche quando non ho nulla,
soffrirò da solo tra le mura della mia stanza
e mi vestirò da clown regalando un sorriso a chi ne ha bisogno,
sarò degno di te e del grande amore che hai per tutti noi
ti chiedo solo di tenermi sempre la mano,di stare sempre dentro di me,
perché la fede che ho dentro è l’unica mia forza vera,
quella che non mi fa arrendere e mi tiene in vita.
il mare della sera
e l'inutile orologio
appeso nel cielo
scandisce il vuoto
ma non il perdono.
È troppo vasto
questo Paradiso
e il cammino
non delinea traiettorie
ma solchi profondi
tra le nuvole di ieri.
È troppo vasto
questo amore
che mi tiene legato
alla sofferenza
nell'anima ambigua
della mia coscienza.
È fragile la parola
un filo sottile
tra la notte e l'aurora
verso un Dio che cerco
che ho in gola
ma non vedo ancora.
Percorrere un viottolo di cielo,
occhiali scuri a sfidare il sole,
nuvole assenti ma giustificate
nel giorno favorito dalla sorte;
o di notte, su selciato di stelle,
e non fermarsi mai e poi mai
se non per dar riposo agli occhi
quando ogni luce si fa prepotente.
Non dico di arrivare fino a Dio,
scrutarlo tutto per quell'eternità
ancora arrotolata all'incertezza.
Ma, almeno, di scorgerne le tracce,
le stesse che qui non son capace.
Un mantra scolpito
a punta fine nella pietra,
I silenzi dimorano, essenziali.
Piccola ulcera di luce
sulla faccia di un arcobaleno spento
che germoglia lento
in sette nuovi colori,
la mia insolita preghiera
senza necessità di un dio.
Un mudra congiunge
i palmi caldi delle mani.
Concentrazione, dedizione.
Che mi sorga il sole negli occhi
o che piova a dirotto
come spine sulla pelle,
resto immobile qui.
Lascia scorrere il fiume,
il tempo non si ferma,
lo spettro della morte rimane.
Eppure anche lei dovrà passare.
Tutto muta, perfino l'impercettibile.
Ed un respiro dopo l'altro
come onda dopo onda
increspano appena il petto.
Il dolore è un vecchio saggio
la gioia una bambina
che cresce in fretta.
All'amore non servono
i miei giudizi.
Ma l'odio necessita assoluzione.
Il perdono è un fiore
che sboccia nel buio.
Lo spirito va coltivato
nei campi selvatici.
La carne è votata per natura
a corrompersi.
I corpi sono abiti da indossare.
A volte comodi, a volte ruvidi.
Pronti al necessario cambio di stagione.
La personalità è cosa effimera.
Questo volto sarà oblio.
Avrò un nuovo nome
come vogliono le convenzioni.
E mani diverse
plasmate all'alba.
Un mudra a salutare
forse una nuova terra.
E un luogo interno, sacro e segreto.
Scenderò queste scale
con l’ansia che sale
perché non vedo la fine
e non so cosa dire
cercherò nel buio lì sotto
lo sguardo di un dotto
ferisce il nero dell’anima
isolata, stanca, fradicia
troverò la risposta
raggio di luce che le tenebre scosta
asciuga le delusioni ed i pensieri
penso al domani e dimentico ieri.
sembianze d’antico pastore,
ingenuo saggio in cammino
sul tragitto segnato dal Cielo
tra boschi sempre meno verdi,
foreste sempre meno folte,
praterie senza l’eco dei galoppi,
paesi e città indifferenti.
Il cuore e la ragione sono in lotta,
titani in cerca di supremazia
mentre sul desco opulento
si riflette una luce senza senso.
Sarà forse d’un albero allestito
per arredare una parete ignuda
o di un presepe usa e getta
con la carta stagnola per il lago.
L’amore però prende forma
tra briciole gialle già di scarto,
tra sguardi d’anime smarrite
nel vasto dedalo dei finti specchi.
Per colui che ancora guarda in alto
qualcuno disegna un nastro di luce:
stella tra stelle, coincidenze astrali
o “quella” Cometa che insiste?